Ode a “Orsucci”

Ci sono città che per arte, storia e cultura hanno la fortuna di essere più vivibili di altre…
Ci sono città che hanno la fortuna di avere locali caratteristici che per tradizione, qualità, simpatia sono “un punto di riferimento” importante per la vita sociale dei propri cittadini…

Noi Ferraresi abbiamo entrambe le fortune…

Appena entri nessuno più ti è estraneo: hai la sensazione di conoscere tutti solamente per il fatto di sentirti accomunato nella scelta di “ORSUCCI”. Subito diventa facile parlare e socializzare con chiunque hai vicino; è quasi come se entrare nel piccolo grande locale di Giulio sia già un “marchio di fabbrica” importante, indelebile, inequivocabile, che ti associa ad una fisionomia particolare di persone che si riconoscono in Lui e nel suo modo di fare: un saluto, una battuta, un sorriso per tutti… un esempio di operosità, di disponibilità, di onestà, di amicizia, di solidarietà per chiunque… la capacità di fare qualcosa di unico per bontà e originalità… è una percezione che fa star bene perché ti ritrovi in un ambiente che unisce e non allontana, un “mondo” diverso da quello che hai appena “lasciato fuori”…

Cominci a deglutire quando, in piedi, guardi i fortunati che sono già stati serviti…
Finalmente tocca il tuo turno, non importa dove sei, seduto al “123”, sugli sgabelli, nel gazebo o in piedi in qualsiasi angolo: è li davanti tutta intera… non ti sembra quasi vero… è bollente ma non resisti, sai che ti giochi il palato per almeno tre giorni ma la azzanni: è irresistibile!
In un attimo sei già a metà PIZZA, ma hai ancora gli spicchi migliori che ti sei risparmiato con cura ed ora la temperatura ti consente di gustarla al meglio: provi ancora una sensazione piacevolissima, quasi inebriante sapendo che ne hai ancora metà!
In un altro breve attimo sei già all’ultima fetta… ti si stringe il cuore… tenti di mangiarla lasciando trascorrere più tempo possibile, ma arrivi all’ultimo morso, diviso tra il piacere di ciò che è stato e la “tragedia” di ciò che non hai più…

Ma ecco un raggio di luce: un “sole” rotondo, dorato, dal profumo inconfondibile esce dal forno e ti soccorre in quel momento così difficile! Sai già che Giulio farà di tutto per prolungare il tuo piacere, facendone saltar fuori almeno una fetta anche per te… attendi ansioso un cenno che ti faccia capire che puoi aspettare e quando quel cenno, quella frase arriva, ti rilassi… fai ripartire di nuovo tutti quegli stimoli che arrivano al palato, allo stomaco, alla mente, in un girotondo di sensazioni che mettono sempre più di buon umore.
Ce li ha fatti conoscere per primo e da allora ci hanno provato e ci provano in tanti a copiarli, ma i CECI di Orsucci sono qualcosa di unico, di assolutamente e meravigliosamente unico ed inimitabile… nessuno li fa come Lui…

E’ il momento dei piacevoli saluti, mai banali, mai corti… sempre convinti, sentiti, sinceri, amichevoli… Lui, la Moglie, Jorge, pur impegnatissimi, trovano sempre il tempo per salutarti mentre continuano a fare quei gesti che ormai da settant’anni si sono tramandati di generazione in generazione, sempre precisi, uguali, armoniosi, caratteristici…

Stai uscendo ma inevitabilmente lo sguardo si sofferma ancora una volta sulla foto d’epoca che immortala quei due Fratelli mentre, nel lontano 1936, scelgono la nostra città per iniziare la loro mitica attività… quasi vorresti che ti fosse data la possibilità di ringraziare anche loro…

GRAZIE “ORSUCCI”, GRAZIE DI CUORE…

SEI, E LO SARAI PER SEMPRE, UN MITO DI FERRARA!!

Ruggero “Uggi” Tosi

Un commento su "Ode a “Orsucci”."

  1. Giulio è per definizione un grande.

    Lasciatelo dire da uno che ha vissuto quasi 6 anni nell’appartamento difronte al suo “stanzino”.

    Dal soggiorno si vedeva il forno……..
    giravo lo sguardo e c’era la Manu, (Bar Ferrara), sulla soglia di ingresso, dondolava con i piedi sullo spigolo; “ghe dl’acqua in stal bar, ca go na se”……….

    Mentre scrivo mi torna in mente di tutto e di più, e il filo conduttore era sempre la pizza e il cecio di Giulio

    Pizze e ceci sono stati un toccasana (vedi afrodisiaci) dei mie esami universitari………….e dei festini che intercalavano.

    Bravo Uggi, bellissimo racconto.

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