Discussione linee programmatiche – Intervento Sport e Salute

SPORT E SALUTE

Apprendo con favore dalle parole del Sindaco l’impegno per istituire, tramite l’Assessorato allo Sport e l’Assessore Merli, la Consulta ovvero “Fabbrica di idee per lo sport ferrarese”.

Sono certo che verrà studiata al meglio la questione ma desidero dare il mio apporto che deriva da esperienze passate e che riguarda la composizione della consulta.

Si è riscontrato infatti che inserire in modo generalizzato tutti i portatori d’interesse (mi riferisco principalmente alle federazioni sportive, agli enti di promozione, alle società sportive stesse) crea un organismo che legittimamente cerca di tutelare un po’ gli interessi di tutti ma proprio per questo non in grado di fare scelte importanti e di dare direttive specifiche che si traducano in azioni concrete. Accontentare tutti non è mai stato possibile, a maggior ragione in questo periodo di grande crisi. Se veramente come è scritto, e non ho motivo di dubitare, il fine ultimo è l’equazione sport = salute in primo luogo sarà indispensabile rendere trasversale il tema coinvolgendo tutti gli assessorati ed in secondo luogo inserire competenze che conoscano il tema, passatemi il termine, nel senso “nobile”. Sto pensando ovviamente all’Università, a Scienze Motorie, ai medici di base, ai pediatri ecc. ecc. ma anche ad individui che per curriculum, esperienze e capacità siano riconosciuti come eccellenze in questo ambito al di là del fatto che appartengano a meno o rappresentino una parte di associazionismo. Penso e prevedo che periodicamente l’Assessore venga a riferire in Commissione quanto scaturirà dal lavoro di questo organo.

Altro passaggio significativo ed importantissimo la questione impiantistica. Dare pari dignità alle palestre scolastiche per una manutenzione straordinaria così come è stato fatto per la messa a norma delle scuole è un tangibile, concreto ed importante piano che di per se è già una risposta di attenzione allo sport e che non può che rendermi anche personalmente felice. Come sapete infatti nelle stesse palestre dove i nostri bambini ed i nostri ragazzi fanno attività scolastica al mattino, le società sportive svolgono i loro allenamenti al pomeriggio e alla sera.

Dotare gli insegnanti e gli istruttori di spazi sicuri, puliti, accoglienti, facilmente fruibili significa in buona sintesi dare impulso a tutta l’attività sportiva.

Sul tema impianti c’è, come penso sappiate tutti, una criticità da risolvere al più presto e su cui ci vorrà il massimo impegno da parte dell’Assessore Merli. Parlo del Palazzo delle Palestre, un problema che va affrontato e risolto al più presto. L’impianto di proprietà Coni e dato in concessione al Comune per 10 anni (più uno) tornerà al Coni nel 2015. La posizione strategica e l’importanza che riveste nel nostro panorama impiantistico il Palazzo delle Palestre ci obbliga a trovare una soluzione che porti la struttura nel patrimonio immobiliare dell’Amministrazione.

Dicevo posizione strategica dell’impianto e introduco un altro tema a me caro ed un altro problema su cui chiedo l’impegno del Comune. La città dello Sport, la cittadella degli sportivi, la zona Nord della Città. Ricordo brevemente tutti gli impianti insediati in quella zona: il Motovelodromo (dove tra l’altro è situato anche il nuovo Centro di Medicina dello Sport), il Pattinodromo, il Centro ex Dipendenti Comunali, il Campo Scuola, il Palazzo delle Palestre di cui abbiamo appena parlato, il Centro Sportivo Kleb (privato), i Tre Campi di via Canapa, le Mura, il Parco Urbano, le Piscine, il Centro Universitario Sportivo (privato). Studiare al meglio questa meravigliosa opportunità sportiva per i cittadini ferraresi e renderla nel suo insieme un luogo dove fare attività sportive, divertirsi, trascorrere il tempo libero penso debba essere un obiettivo di questa legislatura. Ovviamente il nodo motovelodromo è senza dubbio il tema più delicato e di difficile ma non impossibile soluzione.

Nell’ottica di affrontare un periodo di crisi che sta mettendo in ginocchio gli Enti Locali con tagli sempre maggiori dal governo centrale, l’unico modo che hanno ora i Comuni per salvaguardare questo patrimonio è quello di incentivare maggiormente ciò che già si sta facendo da tempo e cioè di studiare apposite convenzioni con le Associazioni Sportive Dilettantistiche che svolgono buone pratiche o, ancor meglio, dove si individuano delle eccellenze. Queste società, riconosciute dal Coni, che non hanno scopo di lucro e sono fondate sul loro volontariato sociale sono in grado di gestire gli impianti, togliendo costi alle Amministrazioni e mantenendone inalterato il patrimonio, facendoli diventare non solo il posto dove fanno attività i loro atleti ma anche dei veri e propri punti di incontro, di coesione sociale, di integrazione perché i genitori che portano i figli “alla partita”, oltre a garantire il loro benessere, vivono emozioni, discutono, si conoscono, esplorano loro stessi quanto vissuto in prima persona dai figli e concorrono in modo importante nel formare la parte buona del nostro vivere civile. Se dovesse collassare l’Associazionismo Sportivo, e purtroppo la crisi sta colpendo queste società in modo importante, si perderebbe tutto un mondo che al momento è uno dei pochi che ancora garantisce coesione sociale e reale integrazione.

Come penso sappiate nella passata legislatura ci siamo dotati di un regolamento che consente all’Amministrazione di stipulare convenzioni che vadano in questa direzione ovviamente fatte salve le norme vigenti in materia, è bene non scordarlo mai.

E’ opportuno valorizzare questo importante mezzo di aiuto alle società perchè al momento probabilmente è l’unico che abbiamo per dare un reale aiuto alle associazioni sportive, porre attenzione al settore convenzioni significa porre attenzione allo sport in generale.

Parlando di Sport e salute c’è un tema che un po’ esula dalle competenze del Consiglio Comunale ma che vorrei portare all’attenzione di tutti i consiglieri e per farlo è necessario fare un po’ di storia.

La Provincia di Ferrara, grazie all’allora Presidente del Coni Prof. Conconi, è stata la prima in Italia nel 1996 a tentare di sovvertire un’anomalia assurda ed ingiustificata che vedeva/vede tuttora l’assenza di esperti di attività motoria nella scuola elementare (ora detta primaria). Quell’esperienza poi copiata da altre realtà locali, oltre ad essere stata portata come esempio sia dal punto di vista didattico che organizzativo (tanto da aver ingenerato l’accordo CONI-MIUR che ha fatto partire il progetto pilota dell’Alfabetizzazione Motoria in cento province italiane quattro anni orsono), ha prodotto una serie di dati concreti grazie agli studi dell’equipe medica del Dott. Gianni Mazzoni. Questi dati pubblicati ci consentono di trarre delle importanti riflessioni: La popolazione giovanile che ha partecipato al progetto scuola ferrarese presa in esame dal 2004 al 2008 è risultata essere in controtendenza a livello nazionale circa i problemi di sovrappeso ed obesità che sono i primi campanelli di allarme per valutare la salute dei cittadini. Questo dato apparentemente poco importante in realtà ci dice una cosa molto più significativa e cioè che i bambini che hanno avuto la fortuna di avere un esperto che li ha introdotti alla pratica dell’attività ludico/motoria sono più sani e quindi potenzialmente cittadini con meno problemi di salute in futuro. Non solo, va anche detto che questi bambini hanno vissuto una delle tappe evolutive che li ha preparati ad essere sportivi per tutta la vita. Ho detto, una delle tappe, proprio perché è fondamentale che poi questi adolescenti abbiano la possibilità di far sbocciare questo “virus” che gli è stato iniettato, proseguendo l’iter sportivo con l’attività sportiva agonistica (e cioè regolamentata e programmata da istruttori preparati e competenti) che nel tessuto sportivo italiano è possibile trovare poi solo nelle società sportive. Questo per affermare che non tutto quello che si fa in queste fasce d’età si può chiamare correttamente sport in quanto se viene saltata una tappa evolutiva o viene “somministrata” male si hanno fenomeni di abbandono senza capirne le reali cause. Al contrario invece un bambino che vive lo sport in modo corretto (che in pratica significa assecondare le sue normali esigenze) sarà uno sportivo, probabilmente sano, per tutta la vita. Questo semplice concetto, che probabilmente solo chi ha praticato sport è in grado di capire, nella maggior parte dei casi viene quotidianamente disatteso. Solo da qui in poi, e cioè dopo avere formato culturalmente un giovane nell’ambito “dell’educazione fisica”, si potrà parlare delle altre sfaccettature legate ai vari settori in cui lo Sport dovrebbe avere un ruolo determinante per rendere migliore la vita di tutti i cittadini. Senza queste premesse però, ribadisco, non si potrà mai avere nel nostro paese una vera cultura sportiva compreso il fair play tanto invocato negli episodi di intolleranza che accadono a margine degli eventi sportivi professionistici. Tornando a noi e all’esperimento nato a Ferrara e che ancora oggi prosegue solo dove è autofinanziato, va detto che le risorse messe in campo prima da un privato e poi dalle Amministrazioni Pubbliche hanno consentito in passato di fare il minimo indispensabile perché il numero di ore da dedicare a questa attività, come avviene in tutti gli altri paesi evoluti, dovrebbe essere molto più elevato e perciò, a maggior ragione, quel dato in controtendenza assume ancora maggiore importanza. Permanendo una politica sportiva nazionale che a tutt’oggi non ha ancora assicurato l’estensione dell’Alfabetizzazione Motoria a tutte le scuole primarie (sempre per fare il minimo indispensabile servirebbe un finanziamento di circa 80 mln di euro a fronte dei 7,5 finanziati da Coni e Miur) e che non dà certezze per il futuro è indispensabile che le realtà locali, con una sinergia formata da tutti i soggetti che hanno  a cuore la salute dei propri cittadini e dei propri figli, si adoperino comunque per garantire questa attività alla popolazione giovanile.

(nota a margine: l’attività motoria è comunque prevista nell’attività curriculare scolastica nella primaria ed è demandata alle/agli insegnanti. Credo sia evidente che ci sono insegnanti che conoscono la materia e sono bravissimi ma altri, non essendo specialisti, che non sono in grado di proporla in modo strutturato e competente. Il problema si ripercuote anche sulla programmazione perchè molti di questi insegnanti che non hanno a cuore la materia rinunciano anche alla seconda ora di attività motoria per inserire altre materie. Il progetto supera questo gap affiancando un laureato in scienze motorie all’insegnante).

SALUTE/SANITA’

Sempre con riferimento all’aspetto salute dei cittadini, che necessariamente si deve anche confrontare con i temi della sanità e delle risorse messe in campo, colgo nel passaggio del Sindaco sul tema area vasta una continuità con il sostegno della passata amministrazione nell’accompagnare la riforma del sistema sanitario nazionale e le ripercussioni avute nel locale. Praticamente quasi tutta l’opposizione, così come per il PD, vede volti nuovi sui banchi di questo Consiglio Comunale ma sento comunque la necessità di togliermi qualche sassolino dalle scarpe. Qualche consigliere di opposizione della passata legislatura mi sa dare qualche risposta circa:

1) la previsione di centinaia di morti annunciate dal posizionare il pronto soccorso a Cona

2) la previsione di code interminabili sulla via Comacchio per raggiungere Cona

3) gli allagamenti che ad ogni pioggia avrebbero dovuto portare sott’acqua l’ospedale

4) l’impossibilità di gestire il trasloco

5) ecc ecc.

Ebbene se non fosse stata per la fermezza ed il senso di responsabilità con cui la passata maggioranza ha contrastato la spinta demagogica e populistica con cui l’opposizione ha tentato di frenare questo epocale passaggio anche tramite una raccolta di firme che si basava principalmente proprio sulla spinta di un infondato terrorismo mediatico probabilmente anche in questa legislatura staremmo ancora affrontando l’apertura dell’ospedale di Cona.

Ed invece oggi possiamo dichiarare di avere avviato finalmente un presidio ospedaliero di valenza regionale che forse non sarà collocato nel miglior posto possibile (tutto da dimostrare) ma che certamente ha ridato dignità e sicurezza ai pazienti, non più garantibili nel vecchio Sant’Anna, che sono le prerogative indispensabili. A distanza di due anni è un’affermazione che si può fare senza timore di essere smentita da chiunque ha potuto verificare di persona.

Per completare questo percorso con altrettanto senso di responsabilità e con medesima fermezza spingeremo, vigileremo, solleciteremo sull’iter che doterà Ferrara di un altro presidio sanitario fondamentale che è rappresentato dalla Casa della Salute.

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