Politica di bassissimo livello

Sul tema costi della politica oggi abbiamo due alternative. La più semplice è cavalcare il giusto sdegno popolare creato dallo sperpero di denaro pubblico da parte di gentaglia che la politica non sa nemmeno cosa sia oppure la più complicata, impossibile per i populisti, è fare alcune considerazioni di buon senso. La prima considerazione facile da capire per chiunque è che in democrazia la politica deve avere un costo in quanto chi vi si impegna deve essere retribuito. L’alternativa è che faccia politica solo chi è benestante o chi cerca di trarne dei vantaggi. La seconda facile considerazione è che la politica dovrebbe rendere ai cittadini in proporzione a quanto costa. Il calcolo del rapporto costi – benefici di un sistema politico è un’operazione difficilissima da quantificare ma è un conto che va fatto, perché entrano in gioco anche beni immateriali come la libertà e la democrazia, che non hanno prezzo. Chi conosce l’amministrazione comunale, perciò compreso chi ha fatto il becero attacco al Presidente del Consiglio, sa perfettamente che nell’intero sistema politico italiano il rapporto costi/benefici delle amministrazioni locali comunali rispetto ai cittadini è altamente a sfavore di chi sceglie la strada di amministrare un comune, peraltro mettendo la propria faccia, ottenendo il voto dai cittadini stessi. Ma veniamo al tema che sempre oggi ancora una volta mi ha fatto sgranare gli occhi leggendo i quotidiani. Il consigliere Tavolazzi, cioè colui che senza averne i titoli ha dichiarato di essere pronto ad assumere un ben remunerato incarico pubblico dal Comune di Parma (leggasi benefici/vantaggi della casta) abbandonando l’incarico pubblico per cui aveva chiesto il voto ai cittadini ferraresi, cioè colui che protetto da un contratto blindato ha preteso circa 600 mila euro senza lavorare dal Comune di Ferrara (il contratto più alto mai esistito nel Comune di Ferrara), cioè colui che ha rinunciato ai gettoni di presenza e ai rimborsi di viaggio solo dopo che è stato scoperto che aveva una doppia residenza (una per avere i rimborsi spese di viaggio e l’altra per avere i pass per entrare in auto in centro), sostiene che il Presidente del Consiglio, e cioè colui che è garante dell’Istituzione del Consiglio Comunale, dovrebbe tornare a lavorare nell’Aeronautica (dove peraltro percepirebbe esattamente lo stesso stipendio), con il solo risultato di spostare così la medesima spesa per i contribuenti da un capitolo all’altro delle casse pubbliche, senza che per questo ne potesse derivare alcun beneficio alle finanze pubbliche. Se non fosse che stiamo parlando di cose serie come la democrazia ed il rispetto delle istituzioni, il goffo e assurdo attacco personale a Francesco Colaiacovo sarebbe l’esempio più adatto per citare gli anarchici di inizio secolo: “una risata lo seppellirà”.

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