Per chi aveva qualche dubbio, ora l’ha ammesso senza pudori: obiettivo distruggere la scuola pubblica

Ho ricevuto e pubblico questa lettera di un’insegnante, ne conosco tante di maestre così. E’ una cosa indegna che il Presidente del Consiglio consideri e tratti in questo modo la scuola pubblica che con la riforma Gelmini ha subito un attacco devastante. Perlomeno ora sono usciti allo scoperto. Un altro attacco alla democrazia del nostro paese. Non se ne può davvero più, ho il voltastomaco…

Io non inculco. Io leggo, ripeto, spiego. Io incoraggio, consolo, soffio nasi. Io studio, mi preparo, mi pongo mille domande sui voti. Io insisto, rispiego. Io mi organizzo con le colleghe per poter fare un’uscita con gli alunni. Io gestisco i rapporti con 40 genitori alla volta, con il Dirigente, con le colleghe. Io valuto, correggo, compilo documenti per ore. Io mi metto in discussione, chiedendomi se una prova sia troppo facile o troppo difficile. Io mi aggiorno, faccio ore in più senza percepire nulla. Inculcare è un verbo che non fa parte dell’educare, è una forma di violenza che non appartiene al mondo della scuola né al mestiere di insegnante. Io ho delle precise idee politiche, ma sfido chiunque a chiedere ai miei alunni quale sia la mia convinzione. Non ho MAI denigrato in alcun modo un’istituzione di cui, essendo dipendente Statale, faccio parte. Se qualcuno aveva ancora dei dubbi sulla volontà del Governo di smantellare la Scuola Pubblica e la residua fiducia che la cittadinanza ripone in essa, che ci fosse un piano pedagogico dietro ai tagli indiscriminati, ebbene, ora dovrà ricredersi. Come maestra di Scuola Pubblica mi ritengo offesa da quanto dichiarato dal Presidente del Consiglio. Io non inculco. Io insegno. Margherita Aurora, Maestra

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