Referendum, onestà intellettuale cercansi

Basta! Penso sia ora di finirla! Gli endorsement per il no e per il si, costituzionalisti e non, sono talmente tanti e tali da legittimare entrambi i voti senza avere la necessità di arrampicarsi sugli specchi solo per demonizzare chi non la pensa allo stesso modo. Da una parte (il NO) c’è una variegata ed eterogenea platea formata da chi è solo contro il governo e Renzi, da chi pensa che la Costituzione più bella del mondo sia intoccabile a prescindere, poi ci sono quelli che avrebbero detto si se gli altri dicevano no e viceversa, quelli che, sempre legittimamente, hanno paura di cambiare, quelli che sperano di poterla cambiare (la Costituzione) in altro modo ma non sanno e dicono quale. Dall’altra (il SI) ci sono quelli che ritengono che il cambiamento sia indispensabile e necessario, che pensano di aver raccolto l’esigenza emersa non da ieri ma dagli ultimi quaranta anni di superare il bicameralismo perfetto, che vogliono ridurre di 1/3 i parlamentari accogliendo così una delle richieste arrivate insistentemente dai cittadini, ma anche quelli che pensano sia giusto che un consigliere regionale non prenda di più del sindaco del capoluogo. Questi sono gli unici e veri, entrambi legittimi, schieramenti che si esprimeranno il 4 dicembre, tutto il resto sono chiacchiere inutili o rocamboleschi e vuoti giri di parole. Io sono tra quelli che salgono sul treno del cambiamento perché penso sia utile a migliorare il mio paese, l’Italia. Lo stare fermi in stazione è una cosa che conosciamo fin troppo bene per avere ancora dubbi al riguardo.

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