Le elezioni americane e la povertà etico/morale italiana

Si sta facendo a gara in questi giorni per sdoganare il risultato delle elezioni americane. Quasi tutta la politica italiana e non solo, accampando motivazioni spesso cervellotiche o, ancor peggio, sminuendo il significato delle parole, sta legittimando Donald Trump. Eppure egli in campagna elettorale ha promesso di togliere quel pò di sanità pubblica che ha introdotto Obama (tutti sanno che chi non ha un’assicurazione negli Stati Uniti, al contrario dell’Italia, può morire per strada senza che nessuno alzi un dito), vuole innalzare i muri col Messico e combattere l’immigrazione alimentando lotte razziali (messaggio subito colto, non a caso, dal KKK), vuole mettere in discussione conquiste civili ormai acquisite come il diritto di abortire per le donne o le unioni civili, non ha perso occasione per affermare maschilismo, sessismo ed omofobia come elementi caratterizzanti della sua personalità, vuole incentivare ed incrementare l’uso delle armi nonostante tutte le stragi che da tempo uccidono centinaia di innocenti e alle quali Obama, col parlamento Repubblicano contro, stava cercando di mettere un freno. Non contento ritiene che il riscaldamento globale sia un bluff lasciando così intendere come sarà la politica ambientale della potenza più influente della terra. Infine, ma non da ultimo, da grande evasore quale è, alimenta in modo smisurato tutto quanto determina la disuguaglianza sociale che rappresenta certamente l’elemento più destabilizzante di questo nuovo millennio.
Nonostante tutto ciò in Italia Grillo, Salvini, Berlusconi e compagnia, dopo aver saputo dell’orribile risultato del 9 Novembre, sono saliti immediatamente sul carro del vincitore, di questo “illuminato statista” perché è stato in grado di rappresentare il “popolo” e cioè, se le parole e le promesse contano ancora qualcosa, un popolo razzista, omofobo, maschilista, egoista, evasore e, in quanto tale, aggiungerei senza più valori morali ed etici. La democrazia oggi è un reality show, chi viene “nominato” dal popolo esce, vince chi la spara più grossa, chi parla con slogan indirizzati alla pancia, o, alla meno peggio chi ha la moglie più bella o fa le battute più accattivanti. Io, da tutto questo, prendo con forza le distanze e lo faccio anche dopo aver saputo il risultato delle democraticissime elezioni americane.

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